Screening prenatale non invasivo (NIPT): pro e contro

Screening prenatale non invasivo (NIPT): pro e contro

Nella meravigliosa avventura della gravidanza, siamo spesso chiamate a prendere decisioni importanti, comprese quelle relative agli screening prenatali.

Ricordo perfettamente quando, alla mia prima ecografia, la ginecologa mi parlò del NIPT. Ero piena di domande, dubbi e un po’ di ansia. Oggi voglio condividere con voi tutto ciò che ho imparato sul test prenatale non invasivo, analizzandone vantaggi e svantaggi.

Che cos’è esattamente il NIPT?

Il NIPT (Non-Invasive Prenatal Testing) è un esame che permette di analizzare il DNA fetale presente nel sangue materno.

Quando ero incinta di Matteo, il mio primogenito, questo test sembrava qualcosa di fantascientifico: bastava un semplice prelievo di sangue per ottenere informazioni preziose sul bebè che cresceva dentro di me!

Non è necessaria alcuna procedura invasiva come l’amniocentesi o la villocentesi, che comportano un ago e un piccolo rischio di aborto.

Il test rileva principalmente le trisomie più comuni (sindrome di Down, di Edwards e di Patau), ma alcune versioni più avanzate possono individuare anche altre anomalie cromosomiche. Ricordo che alla 10ª settimana mi recai in laboratorio, feci un normale prelievo di sangue, e dopo circa una settimana ricevetti i risultati.

Un’esperienza decisamente meno stressante rispetto all’amniocentesi che avevo fatto durante la gravidanza di mia sorella minore, negli anni ’90.

I vantaggi che ho scoperto sul NIPT

Quando mi trovai a valutare se fare o meno questo test, compilai una lista di pro e contro. Vorrei condividere con voi i principali vantaggi che ho riscontrato:

La sicurezza è il punto di forza principale. A differenza di amniocentesi e villocentesi, il NIPT non comporta rischi di aborto poiché si tratta di un semplice prelievo di sangue. Per una mamma ansiosa come me, questo aspetto è stato determinante nella scelta.

Si può eseguire precocemente, già dalla 10ª settimana di gravidanza. Ricordo che questo mi ha permesso di avere informazioni importanti con largo anticipo, riducendo il periodo di ansia e incertezza che ogni futura mamma conosce bene.

L’affidabilità: numeri che rassicurano

Il NIPT ha un’accuratezza impressionante, soprattutto per la Sindrome di Down (trisomia 21), con una precisione superiore al 99%.

La mia ginecologa mi spiegò che questo significava pochissimi falsi positivi rispetto ai test di screening tradizionali.

Quando ricevetti i risultati negativi (cioè che non c’erano anomalie rilevate), tirai un sospiro di sollievo enorme.

La precisione del test mi ha dato una tranquillità che ha reso la mia gravidanza molto più serena. Ricordo di aver festeggiato con mio marito Marco quella sera, con una cena speciale e il primo acquisto per il bebè: un piccolo pigiamino giallo.

I contro del NIPT che nessuno mi aveva spiegato

Nonostante i numerosi vantaggi, ci sono alcuni aspetti del NIPT che avrei voluto conoscere meglio prima di farlo. Ve li racconto con onestà:

Il costo è sicuramente un fattore da considerare. In Italia, il NIPT non è ancora rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale nella maggior parte delle regioni e può costare dai 350 ai 900 euro, a seconda della clinica e della versione del test. Per noi è stato un investimento importante, ma che abbiamo ritenuto valesse la pena fare.

Non è un test diagnostico definitivo. Questo è un punto cruciale che inizialmente non avevo compreso bene. Se il NIPT risulta positivo, è comunque necessario confermare la diagnosi con un test invasivo come l’amniocentesi.

La mia amica Giulia ha vissuto settimane di ansia quando il suo NIPT è risultato positivo per la trisomia 18, ma l’amniocentesi successiva ha rivelato che era un falso positivo.

Limiti informativi che ho scoperto solo dopo

Il NIPT non rileva tutte le possibili anomalie genetiche o cromosomiche. Si concentra principalmente sulle trisomie 21, 18 e 13, e in alcuni casi sulle anomalie dei cromosomi sessuali. La mia ginecologa mi spiegò che esistono molte altre condizioni che questo test non può rilevare.

Un altro aspetto che mi ha fatto riflettere è l’ansia da attesa dei risultati. Quei 7-10 giorni mi sono sembrati interminabili! Controllavo continuamente la mail e il telefono, e ogni volta che squillava pensavo fosse il laboratorio.

L’aspetto psicologico dell’attesa è qualcosa da non sottovalutare.

Quando è davvero consigliato fare il NIPT?

Durante il mio percorso, ho capito che il NIPT non è necessariamente indicato per tutte le gravidanze. Ecco in quali situazioni può essere particolarmente consigliato:

  • Gravidanze in età materna avanzata (oltre i 35 anni, come nel mio caso)
  • Storia familiare di anomalie cromosomiche
  • Screening del primo trimestre con risultati borderline
  • Ansia significativa riguardo alle anomalie cromosomiche
  • Desiderio di evitare test invasivi a meno che non sia strettamente necessario

Nel mio caso, avendo 35 anni al momento della gravidanza, la mia ginecologa me lo consigliò vivamente. Mi spiegò che a partire dai 35 anni il rischio di anomalie cromosomiche aumenta progressivamente, e il NIPT rappresentava un buon compromesso tra informazione e sicurezza.

La mia esperienza personale con il NIPT

Fare il NIPT è stata una delle decisioni più ponderate della mia gravidanza. Ricordo di aver letto decine di articoli e forum prima di decidere. Alla fine, ciò che mi ha convinto è stata la possibilità di avere informazioni importanti senza mettere a rischio la gravidanza.

Il giorno del prelievo ero incredibilmente nervosa. La sala d’attesa era piena di future mamme, alcune visibilmente tranquille, altre (come me) che tamburellavano nervosamente con le dita.

Il prelievo in sé fu velocissimo e indolore, niente di diverso da un normale esame del sangue.

I giorni di attesa furono i più lunghi della mia vita. Mi ritrovavo spesso a guardare il calendario e a calcolare quando sarebbe arrivato il risultato.

Marco cercava di distrarmi, ma la mia mente tornava sempre lì. La sera quando arrivò l’email con i risultati, tremavo così tanto che non riuscivo nemmeno ad aprire l’allegato!

Consigli pratici per chi sta valutando il NIPT

Se stai considerando di fare questo test, ecco alcuni suggerimenti basati sulla mia esperienza:

  • Informa il tuo partner su tutti gli aspetti del test, compresi i limiti
  • Verifica se la tua assicurazione o la tua regione copre parzialmente il costo
  • Scegli un laboratorio affidabile e con esperienza
  • Prepara domande specifiche per il tuo ginecologo prima di decidere
  • Pianifica attività distraenti per il periodo di attesa dei risultati

Un consiglio che mi sento di dare con il cuore: non fare questo test se non sei preparata a gestire eventuali risultati positivi. È importante riflettere in anticipo su come reagiresti e quali sarebbero i tuoi passi successivi.

Alternative al NIPT: cosa ho valutato

Prima di scegliere il NIPT, ho esplorato anche altre opzioni di screening. Il bi-test (o test combinato) è più economico e include un’ecografia della translucenza nucale e un esame del sangue. Tuttavia, ha una percentuale più alta di falsi positivi rispetto al NIPT.

L’amniocentesi e la villocentesi offrono una diagnosi certa e più completa, ma comportano un piccolo rischio di aborto (circa 0,5-1%).

Nel mio caso, volevo evitare questi rischi se non strettamente necessario. La scelta tra questi test dipende molto dalle priorità personali: precisione, invasività, costo e tempistica sono tutti fattori da considerare.

Ricordo che quando ne parlai con mia madre, lei rimase stupita da quante opzioni avessimo oggi rispetto ai suoi tempi. Mi disse: “Ai miei tempi si aspettava e basta, con tanta fede e un po’ di paura”. È incredibile quanto la medicina prenatale si sia evoluta in una sola generazione!

Riflessioni di una mamma che è passata di lì

Guardando indietro alla mia esperienza con il NIPT, posso dire che non mi pento della scelta fatta. La tranquillità che mi ha dato ha reso la mia gravidanza più serena, permettendomi di godermela invece di preoccuparmi costantemente. Oggi, guardando il mio Matteo di 3 anni correre per casa, quei giorni di ansia sembrano così lontani.

Credo che la cosa più importante sia fare una scelta informata e personale. Non esiste una decisione giusta o sbagliata in assoluto, ma solo quella più adatta alla tua situazione, ai tuoi valori e alle tue paure.

Qualunque sia la tua scelta, ricorda che sei tu la migliore avvocata per il tuo bambino, e nessuno meglio di te può decidere quale percorso seguire.

E voi, care future mamme, avete già affrontato questa decisione? Avete domande o esperienze da condividere? La maternità è un viaggio che si arricchisce quando condividiamo le nostre storie, con tutte le loro luci e ombre.