Quando ho scoperto di essere incinta del mio primo figlio, la gioia immensa è stata subito accompagnata da mille domande. Una delle prime? Quali esami dovevo fare e quando! Mi sono ritrovata spaesata tra acronimi medici, date da ricordare e raccomandazioni da seguire.
Ho raccolto tutte le informazioni che avrei voluto avere fin dall’inizio, sperando di rendere questo viaggio un po’ più sereno per voi future mamme.
Il calendario degli esami: una mappa per non perdersi
Ricordo ancora quando, con il test di gravidanza positivo in mano, ho chiamato la mia ginecologa quasi in lacrime dall’emozione. La sua prima domanda è stata: “Quando è stata l’ultima mestruazione?”. E io lì, a fare calcoli mentali mentre il cuore mi batteva a mille!
Quel giorno ho scoperto che la gravidanza si calcola proprio da quella data, anche se tecnicamente non ero ancora incinta.
La prima visita ginecologica generalmente avviene tra la 6ª e l’8ª settimana, e credetemi, quei giorni di attesa sembrano infiniti!
Durante questo primo incontro, il medico confermerà la gravidanza, calcolerà la data presunta del parto (che nel mio caso è stata poi smentita da mio figlio, arrivato con ben 10 giorni di ritardo!) e prescriverà le prime analisi del sangue e delle urine.
Primo trimestre: l’inizio del viaggio
Il primo trimestre è un periodo di grandi cambiamenti, anche se dall’esterno ancora non si vede nulla. Ricordo che mi sentivo stranamente diversa, ma nessuno attorno a me poteva immaginare il piccolo miracolo che stava avvenendo dentro di me.
Le prime analisi del sangue sono fondamentali e includono l’emocromo completo, la glicemia, il gruppo sanguigno e il fattore Rh, oltre agli screening per malattie infettive come toxoplasmosi, rosolia, citomegalovirus ed epatiti.
La prima volta che ho visto i risultati delle mie analisi ho quasi avuto un attacco di panico: valori che non conoscevo, numeri che sembravano scritti in una lingua aliena!
Per fortuna la mia ginecologa mi ha spiegato tutto con calma. È normale che alcuni valori cambino durante la gravidanza – per esempio, il volume del sangue aumenta e questo può portare a una apparente anemia.
La prima ecografia: emozioni indescrivibili
La prima ecografia ufficiale viene generalmente effettuata tra la 11ª e la 13ª settimana. È l’ecografia più importante del primo trimestre e viene chiamata “translucenza nucale”. Ricordo quel giorno come fosse ieri: ero terrorizzata e felice allo stesso tempo.
Quando ho visto quel piccolo esserino che si muoveva sullo schermo, ho pianto come una fontana, mentre mio marito mi stringeva la mano con gli occhi lucidi.
Durante questa ecografia, il medico misura lo spessore della plica nucale del feto, un importante indicatore per la sindrome di Down e altre anomalie cromosomiche. Inoltre, si valuta la lunghezza cranio-caudale e si conferma l’età gestazionale.
Nel mio caso, scoprii che ero indietro di una settimana rispetto ai miei calcoli – apparentemente il mio ciclo era più lungo di quanto pensassi!
Test di screening prenatale: una scelta personale
Oltre alla translucenza nucale, oggi esistono vari test di screening non invasivi che possono essere effettuati nel primo trimestre. Il Bi-test (o Duo test) combina i risultati dell’ecografia con analisi del sangue specifiche. C’è anche il NIPT (Non-Invasive Prenatal Testing), un test che analizza il DNA fetale presente nel sangue materno.
Ricordo le lunghe discussioni con mio marito su quali test fare. Alla fine abbiamo optato per il Bi-test, ma è una scelta molto personale. La mia ginecologa è stata fantastica nel spiegarci pro e contro di ogni opzione, senza mai farci sentire pressione in una direzione o nell’altra.
Secondo trimestre: quando la gravidanza diventa “visibile”
Il secondo trimestre è stato il mio preferito! La nausea era finalmente scomparsa e la mia pancia aveva iniziato a crescere in modo evidente.
Finalmente potevo indossare con orgoglio i vestiti premaman che avevo comprato con tanto entusiasmo (e che occupavano metà del mio armadio già dalla 5ª settimana!).
Tra la 19ª e la 21ª settimana si effettua l’ecografia morfologica, uno degli esami più attesi. Durante questa ecografia dettagliata, il medico controlla la morfologia del feto, valutando organi interni, arti, colonna vertebrale e altri parametri importanti.
È anche il momento in cui, se si desidera, si può scoprire il sesso del bambino!
L’ecografia morfologica: un check-up completo
Per l’ecografia morfologica mi ero preparata mentalmente a una visita veloce. Invece, è durata quasi un’ora!
Il medico ha esaminato ogni dettaglio con una precisione incredibile: dalla forma del cranio alle camere cardiache, dai reni alle dita delle mani. Io guardavo lo schermo cercando di interpretare quelle immagini in bianco e nero, mentre mio marito chiedeva spiegazioni su ogni cosa.
Quando il medico ci ha chiesto se volevamo sapere il sesso, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo risposto “sì” all’unisono. “È un maschietto”, ha detto, e in quel momento tutto è diventato ancora più reale. Abbiamo iniziato a chiamarlo per nome e non più “il fagiolino”, come avevamo fatto fino ad allora.
Gli esami di routine del secondo trimestre
Durante il secondo trimestre, vengono ripetute alcune analisi del sangue e delle urine. In particolare, si controlla la curva glicemica tra la 24ª e la 28ª settimana per escludere il diabete gestazionale. Non dimenticherò mai quella mattinata: a digiuno, ho dovuto bere una soluzione di glucosio disgustosa e poi fare tre prelievi a distanza di un’ora l’uno dall’altro.
Ho passato quelle tre ore in sala d’attesa, leggendo riviste di gravidanza e chiacchierando con altre future mamme.
C’era una solidarietà speciale tra noi, tutte con la stessa espressione nauseata dopo aver bevuto quella pozione zuccherata!
- Durante il secondo trimestre, è importante monitorare anche:
- La pressione arteriosa
- Il peso
- L’eventuale presenza di proteine nelle urine
- I livelli di ferro per prevenire l’anemia
Terzo trimestre: l’attesa finale
Il terzo trimestre è stato un mix di eccitazione e stanchezza. La mia pancia era enorme, dormire era diventato un’impresa olimpica e i calcetti del mio piccolo si sentivano distintamente anche dall’esterno. Gli esami in questa fase servono principalmente a monitorare che tutto proceda bene in vista del parto.
Tra la 30ª e la 34ª settimana viene generalmente effettuata un’ecografia di accrescimento per valutare la crescita del feto, la quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta.
Nel mio caso, questa ecografia rivelò che il mio piccolo era già abbastanza grande (spoiler: è nato di 4,2 kg!).
Gli ultimi controlli prima del grande giorno
Nelle ultime settimane, i controlli diventano più frequenti. Si monitorano i battiti cardiaci fetali, la posizione del bambino e si valuta il collo dell’utero per capire se il corpo si sta preparando al parto.
La mia ginecologa mi faceva sempre lo stesso scherzo: “Allora, secondo te quando arriverà?”. E io, con la saggezza delle prime mamme, rispondevo sempre: “Sicuramente per la data prevista!”.
A circa 36-37 settimane, viene effettuato il tampone vagino-rettale per lo streptococco di gruppo B. Non è doloroso, ma un po’ fastidioso sì.
Quando la mia ginecologa me lo ha fatto, ho cercato di sdrammatizzare dicendo: “Beh, dopo questa esperienza, il parto sarà una passeggiata!”. Non avevo idea di quanto mi sbagliassi!
- Cosa portare con sé agli ultimi controlli:
- Tutti gli esami precedenti per confronto
- Un quaderno per appuntare domande e risposte
- Una bottiglietta d’acqua (l’attesa può essere lunga)
- Una persona di supporto (il partner o un’amica)
I miei consigli per affrontare gli esami con serenità
Dopo aver passato nove mesi tra sale d’attesa, ecografie e prelievi di sangue, ho imparato qualche trucchetto che vorrei condividere con voi.
Prima di tutto, organizzatevi con un calendario dove segnare tutti gli appuntamenti. Io avevo un’agenda dedicata solo alla gravidanza, con tanto di adesivi colorati per distinguere i vari tipi di visita!
Per gli esami del sangue, cercate di farli sempre nello stesso laboratorio, in modo che i valori siano più facilmente confrontabili. E se avete paura degli aghi come me, portate con voi qualcuno che vi distragga o vi tenga la mano.
Durante il mio primo prelievo in gravidanza, mio marito mi ha raccontato barzellette terribili per tutto il tempo, e ha funzionato: ero così impegnata a fingere di ridere che non ho nemmeno sentito l’ago!
- Errori da evitare durante gli esami:
- Presentarsi agli esami del sangue senza essere a digiuno quando richiesto
- Bere troppa acqua prima dell’ecografia (la vescica piena è necessaria solo per alcune ecografie)
- Dimenticare di portare i risultati degli esami precedenti
- Trattenere domande o dubbi per timidezza
Ricordate che ogni gravidanza è unica, proprio come ogni bambino. Non confrontate i vostri esami con quelli di amiche o parenti, e soprattutto non cercate su internet il significato di ogni valore! Lo so, è una tentazione irresistibile (ci sono caduta anch’io!), ma vi farà solo preoccupare inutilmente.
Gli esami in gravidanza sono come piccole tappe di un viaggio meraviglioso. Ogni controllo superato è un passo in più verso l’incontro con il vostro bambino.
Quando tenevo tra le mani i risultati delle analisi o le foto delle ecografie, sentivo una connessione speciale con quel piccolo essere che cresceva dentro di me. E ora, quando guardo mio figlio giocare, ripenso a quei momenti con tenerezza e nostalgia. È un percorso che vale ogni prelievo di sangue, ogni ora in sala d’attesa, ogni esame. Perché alla fine, quando stringerete il vostro bambino tra le braccia, tutto il resto passerà in secondo piano.
Lascia una risposta